REGGIO EMILIA – Abito nero, velo sempre nero a lasciare scoperti solo gli occhi. E al braccio una borsetta rossa. Sono le 14.40 e all’aeroporto di Fiumicino la madre di Saman Abbass scende dall’aereo che dal Pakistan l’ha riportata in Italia.
Condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della figlia, Nazia Shaheen è scortata dagli agenti del servizio per la Cooperazione Internazionale della polizia e dai carabinieri e viene condotta nel carcere di Rebibbia, in attesa del trasferimento in un carcere emiliano. In Pakistan ha già raccontato che lei e il marito non sono colpevoli per la morte di Saman, attribuendo la responsabilità ad altri familiari. Ma ha detto che parlerà ancora e per gli inquirenti sarà importante capire che cosa dirà, in vista del processo di appello.
L’arrivo di Nazia Shaheen è comunque già un passaggio fondamentale, ottenuto dalla procura di Reggio a seguito di una intensa attività di cooperazione internazionale, svolta con il supporto del ministero della Giustizia e dell’ambasciata italiana a Islamabad. Il via libera da parte del Governo pakistano è arrivato a metà agosto dopo che l’Alta Corte del Paese asiatico ha ritenuto applicabile la procedura di estradizione per la donna e lei non si è opposta alla richiesta. Il marito, Shabbar Abbass, anche lui condannato all’ergastolo, era stato trasferito in italia dieci mesi dopo essere stato fermato.
Nazia Shaheen era stata localizzata dai carabinieri nel Punjab e arrestata invece meno di tre mesi fa, il 31 maggio 2024, giorno che ha sancito la fine dei suoi tre anni di latitanza. Era ricercata dal primo maggio 2021 quando è partita per il Pakistan con Shabbar. La notte precedente Saman era stata uccisa e seppellita in una buca sotto alcuni metri di terra. La madre era l’unica a non essere presente nel dicembre scorso quando la Corte d’Assise del tribunale di Reggio ha pronunciato la sentenza che ha anche assolto i due cugini e condannato a 14 anni lo zio Danish Hasnain. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici non escludono che sia stata proprio lei ad uccidere la ragazza. “Si compie un fondamentale passo in avanti nel percorso di giustizia”, ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ringraziando le autorità pakistane per la collaborazione.
“L’arresto e la successiva estradizione in Italia di Nazia Shaheen, madre di Saman Abbas, sono un significativo riconoscimento per le approfondite indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia e della compagnia di Guastalla”. Così si è espresso, in una nota, il segretario generale del Sindacato Italiano Militare Carabinieri (Sim), Serpi, sottolineando come “questo rappresenti un importante passo avanti nel cammino verso la giustizia per Saman, brutalmente uccisa l’1 maggio 2021 a Novellara”.
Il commento del procuratore capo di Reggio, Paci
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