NOVELLARA (Reggio Emilia) – La scena si ripete per la terza volta, perchè il terzo dei cinque famigliari di Saman Abbas indagati per la sua morte, il cugino Nomanulhaq Nomanulahq, entra nel carcere di Reggio. E’ a bordo di un’auto dei carabinieri del Nucleo investigativo che lo hanno preso in consegna dal personale del Ministero degli Interni all’aeroporto di Bologna. Il 35enne pakistano è atterrato alle 16.30. Il tempo tecnico delle procedure e poi la partenza di gran carriera per via Settembrini.

Ora mancano solo i genitori, in Pakistan dal primo maggio scorso e ancora latitanti. Come latitanti lo sono stati i tre famigliari ora nelle mani degli inquirenti reggiani. Nomanhulaq comparirà davanti al gip venerdì per l’interrogatorio di garanzia e come sempre sarà quello il primo momento in cui si capirà se e in che modo l’uomo intenderà collaborare. Le accuse per lui sono di concorso in sequestro, omicidio e occultamento di cadavere. Avrebbe aiutato lo zio di Saman, Danish, ad uccidere la ragazza che aveva denunciato la famiglia che voleva costringerla a sposarsi in Pakistan. Già in serata avrà un primo colloquio col suo legale italiano Luigi Scarcella, che poi tornerà in carcere anche nelle prossime ore assieme ad un interprete.
 Ikram era a Nimes, Danish a Parigi, Nomanhulaq a Barcellona. Ognuno di loro aveva scelto luoghi diversi in cui vivere la propria latitanza. Quella del 35enne è stata interrotta dall’arresto dello scorso 14 febbraio. Vista la sua opposizione ad una procedura d’urgenza, c’è voluto un altro mese abbondante ancora per averlo a Reggio.

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