CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – E’ giunto alla sentenza di primo grado il processo per l’omicidio di Salvatore Silipo, freddato con un colpo di pistola il 23 ottobre 2021 all’interno della Dante Gomme di Cadelbosco Sopra. Una pena pesante è stata inflitta a colui che sparò, ovvero il titolare dell’officina, il 72enne Dante Sestito.
E’ caduta solo un’aggravante delle tre che erano state mosse nei suoi confronti. Non compaiono i futili motivi nel verdetto che lo condanna a 26 anni, pronunciato al termine di un’udienza cominciata con la sua fulminea comparsa in aula. “Mi è partito un colpo e sono dispiaciuto”, si è limitato a dire l’imputato, chiedendo e ottenendo di fare subito ritorno in carcere. Ma anche per la corte è stato lui ad avere volontariamente sparato un colpo a bruciapelo a Salvatore Silipo, di 29 anni, gli ultimi quattro dei quali suo dipendente. Un delitto da punire con l’ergastolo secondo la pm Piera Cristina Giannusa, che nella requisitoria ha ribadito la sussistenza del comportamento crudele e soprattutto della premeditazione, suffragata dalla necessaria forza che va esercitata per premere il grilletto di una Magnum 44 e dalla disattivazione eseguita in modo arbitrario quel giorno sul sistema aziendale di videosorveglianza.
Secondo l’accusa, la circostanza dei futili motivi sarebbe stata compatibile con l’antefatto che ha incrinato i rapporti tra la vittima e il suo giustiziere, quel furto di gomme contenenti probabilmente denaro che secondo Dante Sestito e il figlio Antonio aveva come responsabile il 29enne poi ucciso Di “omicidio d’impeto” ha parlato nella sua arringa difensiva l’avvocato Luigi Colacino, riconducendo la morte di Salvatore alla conseguenza di una minaccia sfociata in uno sparo involontario: “Non c’era l’intenzione di uccidere”.
Pari a mezzo milione di euro la provvisionale riconosciuta alla famiglia della vedova della vittima, Giuseppina Pia Cortese, difesa dagli avvocati Roberto Chiossi e Barbara Bettelli. Importi minori sono stati stabiliti a favore della madre, della sorella e del fratello il cui avvocato Mattia Fontanesi ha chiesto una revisione della posizione di Antonio Sestito che per il ruolo giocato non può a suo avviso rimanere impunito.
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