REGGIO EMILIA – Chi ha frequentato la casa di Aniello Iazzetta tra sabato e domenica? E’ questa la domanda a cui stanno cercando di dare una risposta gli inquirenti al lavoro per fare luce sull’omicidio del 51enne, originario di Afragola in provincia di Napoli, ritrovato privo di vita con una ferita alla testa nel suo appartamento, al primo piano della palazzina al civico tre di via Stalingrado, laterale della via Emilia All’Angelo.
A dare l’allarme ai carabinieri, ieri pomeriggio alle 16.30, è stato un vicino di casa che condivideva con la vittima alcuni spazi all’interno dell’edificio. Da alcuni giorni non vedeva il 51enne, si è insospettito ed è entrato nella casa: Iazzetta, senza vita, era riverso nel suo letto.
Sarà fondamentale l’autopsia per datare esattamente la sua morte, che potrebbe risalire proprio allo scorso fine settimana, e per accertare con che cosa possa essere stata inferta la profonda ferita alla tempia. Si scava, dunque, sulla rete di conoscenze di un uomo che viveva ufficialmente solo e in condizioni di disagio. “C’era un via vai di persone, in quella casa. Non era da solo, c’erano varie persone. Io avevo paura, li evitavo. Bevevano e lasciavano le bottiglie sulle scale. Ho due bambini piccoli e avevo chiesto ad Acer se potevo trovare un altro posto”, sono alcune delle voci raccolte di chi viveva nello stabile con Iazzetta.
Il 51enne non aveva un lavoro stabile ed era un nome noto alle forze dell’ordine: alle sue spalle precedenti per reati contro il patrimonio. La sua situazione era nota ai servizi sociali del Comune , che avevano tentato più volte di intraprendere con lui un percorso di assistenza.
Gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Valentina Salvi, sono proseguiti. Si stanno vagliando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Per primi sono stati sentiti i vicini di casa, nelle ultime ore i militari sono tornati e hanno sentito chi lavora nella via.
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