REGGIO EMILIA – “Aniello era come un padre per me”, ha detto Milan Racz. Nel processo per l’omicidio di Aniello Iazzetta, si è svolta l’udienza in cui a parlare è stato l’accusato.
Il 35enne slovacco, sollecitato dalle domande della pm Valentina Salvi, ha raccontato la sua verità e cioè che con la morte di Iazzetta non c’entra niente. Una morte per lesioni alla testa fatta risalire, dagli esami, al 12 giugno 2021, nonostante il corpo del 51enne sia stato trovato solo quattro giorni dopo nell’appartamento di via Stalingrado. Quel giorno Racz ha raccontato di aver fatto un giro in centro, incontrandosi con alcune persone e pranzando al parco. Nel pomeriggio, tornando nell’abitazione in cui alloggiava saltuariamente da circa un anno, ha detto di aver visto Aniello con ferite al volto, di averlo portato in bagno a pulirsi e che il 51enne piangeva ma era in grado di camminare. Lo avrebbe messo a letto e poi non lo avrebbe più visto vivo. Nella notte ha raccontato di aver sentito un altro degli inquilini saltuari di quell’abitazione entrare e uscire: secondo il 35enne, Iazzetta potrebbe aver litigato proprio con lui, visto che aveva intenzione di non ospitarlo più in casa.
L’avvocato Ernesto D’Andrea, legale dell’imputato, ha poi chiamato a testimoniare due dipendenti dell’Ausl: una psichiatra del centro di salute mentale e un professionista del centro per dipendenze. Entrambi hanno descritto Maurizio Carbognani, il principale accusatore di Iazzetta, anche lui tra i frequentatori dell’abitazione e oggi deceduto, come una persona con disturbi e dipendenze. Allo stesso modo è stato descritto l’uomo che Racz dice di aver sentito entrare in casa nella notte tra il 12 e il 13 giugno, ma la presidente della Corte d’Assise ha detto no alla richiesta di acquisire la sua cartella medica.
“Tutta questa vicenda è frutto di un equivoco ai danni di Racz – commenta l’avvocato D’Andrea – I testi non sono attendibili, purtroppo per loro, visti i problemi di disagio e dipendenze”. Al termine dell’udienza, Racz ha chiesto alla Corte di poter essere accompagnato al consolato per ritirare i documenti cui tiene moltissimo: vuole sposarsi con un’insegnante reggiana conosciuta poco prima dei fatti del giugno 2021.
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