REGGIO EMILIA – La sera del 2 febbraio 2015, alle Forche di Puianello, il 34enne Marco Montruccoli fu ucciso nell’abitazione di famiglia. Per quel delitto sono stati condannati in via definitiva gli albanesi Fatmir Hikaj e Daniel Tufa. Al primo sono stati comminati 22 anni di carcere, al secondo 13.
Questa mattina nel tribunale di Ancona, Hikaj, difeso dall’avvocato Carlo Taormina, ha chiesto la revisione del processo d’appello. La corte marchigiana si pronuncerà sulla richiesta il prossimo 5 luglio perché, nel frattempo, dovrà notificare l’avviso anche all’altro condannato albanese, Tufa, che potrebbe essere interessato alla vicenda.
Montruccoli morì a causa di 14 coltellate sferrate al termine di un diverbio di cui furono protagonisti i due albanesi, il fratello della vittima, Matteo, e appunto il 34enne. Costui era stato chiamato dal fratello a dargli manforte perché i due extracomunitari volevano costringere Matteo a restare in un giro di droga dal quale avrebbe voluto uscire. Marco Montruccoli lasciò la moglie e tre figli minorenni. Gli albanesi hanno sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, ma sia in primo grado che in appello che in cassazione sono stati ritenuti colpevoli.
Ad Ancona, al fianco della mamma di Marco, Mara Guidetti, c’era l’avvocato Giovanni Tarquini che in questi anni è sempre stato il legale della famiglia. L’accusa in primo grado a Reggio fu sostenuta dal piemme Maria Rita Pantani.
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