REGGIO EMILIA – Uno sconto di pena per l’omicida della 34enne Juana Cecilia Loayza. Lo chiede l’avvocato di Mirko Genco, reo confesso del delitto avvenuto nella notte fra il 19 e il 20 novembre del 2021 in un parco di via Patti in città.
“Mi sarei aspettato, in considerazione dell’ottima motivazione in relazione alla concessione delle attenuanti generiche, che ci fosse una commisurazione della pena più vicina al minimo edittale. Non significa 21 anni, ovviamente, però più vicina al minimo edittale – le parole dell’avvocato Vincenzo Belli – Con tutte le aggravanti e i reati contestati, unitamente a quello più grave che è l’omicidio volontario”.
Una pena inferiore di qualche anno rispetto ai 29 inflitti in primo grado al suo assistito, prima stalker poi assassino di Juana Cecilia Loayza, morta a 38 anni, violentata, strangolata e presa a coltellate. A distanza di due anni dal delitto, si svolgerà il secondo grado di giudizio. La Corte d’Assise d’appello di Bologna valuterà l’impugnazione presentata dalla difesa dell’omicida oggi 27enne, che in primo grado ha beneficiato delle attenuanti riconosciute per avere collaborato durante il processo e per avere subìto il trauma dell’uccisione della madre, Alessia Della Pia, da parte del suo compagno nel 2015.
Di segno opposto sarà l’altro ricorso che, in concomitanza, i giudici saranno chiamati a valutare. Quello presentato dalla procura reggiana, annunciato fin dal giorno della sentenza dalla pm Maria Rita Pantani che nella sua requisitoria aveva parlato di “uno tra i delitti più efferati della nostra provincia”. Secondo l’accusa, Genco merita l’ergastolo.
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