REGGIO EMILIA – Otto mesi fa giusti giusti, Pierluigi Barbieri partì da Bagno di Reggio, nella notte, e arrivò di mattina molto presto a Faenza. Molte immagini lo testimoniano, fino a quelle dell’occhio elettronico che riprende Barbieri, alias “lo zingaro”, a pochi metri dalla via in cui abitava quella che poi sarebbe diventata la sua vittima, Ilenia Fabbri. Barbieri è reo confesso: ha ammesso l’omicidio poco dopo l’arresto. Ha detto che uccidere Ilenia era nei patti, che glielo aveva chiesto l’amico romagnolo Claudio Nanni, ex marito della vittima, dietro la ricompensa di 20mila euro e un’auto. Nanni invece sostiene che Barbieri dovesse solo spaventare la donna, non tagliarle la gola.
La difesa del reggiano Barbieri ha chiesto che su di lui venga eseguita una perizia psichiatrica. E’ stata questa istanza l’elemento principale della prima udienza del processo apertosi a Ravenna sull’omicidio della 46enne, avvenuto il 6 febbraio scorso. In aula, entrati separatamente, c’erano sia Barbieri sia il presunto mandante ed ex amico Nanni: i due si sono conosciuti anni fa per via della moto, una passione in comune. Poi, secondo le indagini diverso tempo prima di quel 6 febbraio, ci sono stati degli incontri organizzativi tra i due, anche a Bagno, dove Barbieri viveva assieme alla compagna e alla figlia di lei. Ilenia Fabbri dava fastidio a Nanni: pretendeva quello che le spettava economicamente, aveva anche intentato una causa nei confronti dell’ex marito. Andava, insomma, fermata: secondo Nanni spaventandola, secondo Barbieri uccidendola, come poi è accaduto. E l’udienza è servita anche per la costituzione delle parti civili: la figlia della vittima, Arianna, ha chiesto un risarcimento da due milioni di euro. Anche lei era in aula. Per la prima volta ha rivisto il padre e ha anche tentato, invano, di avvicinarsi alla gabbia in cui era tenuto Pierluigi Barbieri.
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