REGGIO EMILIA – Una storia di grande disagio, comunque la si voglia vedere. Una pagina di grande violenza, perché il 51enne Aniello Iazzetta venne trovato cadavere nel proprio letto quattro giorni dopo il decesso. Ucciso, dissero i medici legali, a botte in testa. Il processo per l‘omicidio di via Stalingrado è arrivato alla conclusione del primo grado di giudizio.
Alla sbarra c’era Milan Racz. “La corte lo ritiene colpevole e lo condanna a 23 anni“. Il verdetto della presidente della Corte d’Assise Cristina Beretti. Per lo slovacco 35enne, presente in aula durante tutte le udienze iniziate a gennaio e arrestato poco dopo il ritrovamento del corpo di Iazzetta, avvenuto il 16 giugno 2021, il pm Valentina Salvi aveva chiesto l’ergastolo. L‘avvocato Ernesto d’Andrea, difensore, aveva chiesto l’assoluzione oppure la derubricazione dell’accusa da omicidio volontario a preterintenzionale. La Corte ha escluso le aggravanti della recidiva – Racz qualche anno fa a Parma si era reso responsabile di rapina – e dei futili motivi, assegnando un anno ciascuna per le aggravanti della coabitazione e della minorata difesa della vittima. Il 35enne viveva, seppur saltuariamente, a casa di Iazzetta da circa un anno. La vittima dava alloggio a persone senza fissa dimora. Due di queste persone sono state tra gli accusatori di Milan Racz. D’Andrea aveva puntato sulla loro presunta scarsa attendibilità.
Il movente che avrebbe spinto Racz non è netto. La procura ha parlato sia di motivi economici sia del fatto che Racz fosse venuto a sapere delle accuse di abusi sessuali nei confronti della figlia per le quali Iazzetta tempo fa era stato processato. Iazzetta prima era stato condannato ma poi, nel 2015, era stato assolto con formula piena, e aveva recuperato un rapporto sia con l’ex moglie sia con la figlia oggi 17enne.
La Corte ha riconosciuto 90mila euro di provvisionale alle parti civili, la figlia, la sorella e il cognato della vittima. In aula anche la compagna di Racz, un’insegnante con la quale il 35enne ha chiesto di potersi sposare.
La lettura della sentenza
Reggio Emilia processo omicidio Aniello Iazzetta Milan Racz