SCANDIANO (Reggio Emilia) – “Un omicidio che scosse la tranquillità della nostra comunità, i cittadini si spaventarono molto per la modalità del delitto e non hanno mai dimenticato. Ora è stata fatta giustizia”. Nel 2005 l’attuale sindaco di Scandiano, Matteo Nasciuti, era un giovane segretario del Pd del paese. Ricorda bene come gli scandianesi reagirono al brutale omicidio di Franca Ganassi.
La 60enne, volontaria della Caritas, conosciuta e benvoluta da tutti, venne ammazzata la sera del 30 dicembre 2005 mentre rientrava a casa da una gita a Brescia, nel parco della Resistenza. Il responsabile provò anche a violentarla. Un delitto che per 15 anni rimase avvolto nel mistero, senza un movente e un colpevole. Nel 2020, la svolta: i carabinieri del Ris di Parma esaminarono il liquido seminale trovato sugli abiti della vittima e gli inquirenti, guidati dal pubblico ministero Maria Rita Pantani, risalirono, grazie al Dna, all’assassino: fu arrestato in Marocco a seguito di una rogatoria Moustapha Bouzendar. Pochi giorni dopo l’uomo ammise il delitto, commesso senza un particolare motivo, ma sotto l’effetto di droghe e alcool.
Bouzendar, oggi 48enne, ora è stato condannato in primo grado a Casablanca a 25 anni di carcere per omicidio aggravato da tentata violenza sessuale e rapina. L’aggressore, infatti, rubò a alla vittima anche la borsetta. Franca non aveva figli e non era sposata, ma aveva tre sorelle. Oggi, due sono ancora in vita e molto anziane: Anna, che abita sempre in via Mazzini a Scandiano, dove viveva anche Franca, ed Ester Domenica, che vive a Masone. “Questa sentenza ci manda due messaggi – continua il sindaco Nasciuti – il primo è che non si dimentica un delitto di questo tipo e la nostra comunità non l’ha fatto. Il secondo è che le forze dell’ordine continuano a lavorare sempre, al di là del clamore dei primi momenti, e a loro va il mio ringraziamento”.
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