REGGIO EMILIA -Faceva da mesi ricerche sul web e voleva uccidere entrambi i genitori. Una decisione che aveva preso molto tempo prima del delitto e si documentava in rete per trovare la modalità per raggiungere il proprio scopo. E’ quanto viene ricostruito nelle motivazioni della sentenza di primo grado di condanna a 24 anni e 2 mesi per il 33enne Marco Eletti pronunciata dalla Corte d’Assise di Reggio per l’omicidio del padre Paolo e il tentato omicidio della madre Sabrina Guidetti avvenuti a San Martino in Rio il 24 febbraio del 2021. La procura aveva chiesto per lui l’ergastolo, ma i giudici avevano invece riconosciuto le attenuanti generiche.
Nelle motivazioni pubblicate a sei mesi dalla condanna, si spiega il perché. I giudici hanno messo nero su bianco la fragilità emotiva di Marco causata dall’ambiente disfunzionale nel quale ha vissuto. “Una frattura psichica sfociata nell’acting out omicida”, si legge nel documento. Confermata l’aggravante della premeditazione legata, come si diceva, alla ricerca insistente delle modalità con le quali sopprimere i genitori.
Il piano era di ucciderli entrambi con un bignè avvelenato, ma fallì perché il padre non lo mangiò e allora Marco decise di usare il martello. La madre che mangiò il dolce rimase in gravi condizioni per molto tempo, ma si riprese. Le altre aggravanti sono state escluse: nessun utilizzo di sostanze venefiche, così come i futili motivi. Il movente non è mai stato chiarito, i motivi possono essere stati tutti e nessuno: Marco aveva scoperto la doppia vita del padre, di non esserne il figlio naturale poi gli screzi economici legati all’uso della casa. Nessuna di questa ipotesi, ha spiegato la Corte, ha trovato conferma.
L’avvocato di Marco Eletti, Domenico Noris Bucchi, non esclude di fare ricorso in appello che potrebbe portare, se accolto, a uno sconto di pena per il suo assistito.
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