REGGIO EMILIA – Uno dei fatti di cronaca che più ha tenuto banco negli ultimi anni. Dall’evento in sé, l’uccisione di un uomo e il ferimento della moglie in un pomeriggio vigilia di festa nella tranquilla San Martino in Rio; al fatto che l’accusato del delitto sia stato il figlio della coppia, che ha ammesso le proprie responsabilità anche se tutt’ora vittima di un blackout psicologico, fino alla condanna: 24 anni e 2 mesi, e non l’ergastolo come chiesto dalla procura, procura che infatti ha impugnato la sentenza in Cassazione ritenendo la pena troppo mite. Ma anche la difesa di Marco Eletti, dal canto opposto, pensa di poter ottenere molto di più a favore del 35enne. Gli avvocati Noris Bucchi e Luigi Scarcella hanno depositato ricorso in Appello. La Corte d’Assise di Reggio, con la sentenza di primo grado, aveva fatto cadere l’aggravante dei futili motivi e aveva valorizzato il fatto che Eletti avesse collaborato e la sua giovane età; ora i legali puntano a far decadere l’aggravante della premeditazione: se la Corte, nelle motivazioni, scrive come Marco Eletti abbia avuto un piano, i difensori sostengono che l’obiettivo dell’imputato fosse la mamma, Sabrina Guidetti, che fu drogata e rimase in coma a lungo, e che poi, preso dal panico, il 35enne abbia finito per uccidere il padre Paolo.
“Riteniamo che non vi sia la prova della premeditazione dell’omicidio e su questo tema abbiamo scritto molte pagine nel ricorso d’Appello. La motivazione della sentenza di primo grado non è convincente. Se dovesse essere accolta la nostra tesi, la pena potrebbe addirittura essere dimezzata in Appello”, spiega l’avvocato Bucchi.
Il processo d’Appello potrebbe iniziare ad aprile 2024, anche se c’è tempo fino a giugno per la fissazione della prima udienza. Proprio ad aprile, il 24, di due anni e mezzo fa, avvenne il delitto.
“Il movente dell’omicidio è intrinseco alla fragilità emotiva di Marco che si è acuita negli anni e di tale condizione dev’essere tenuto conto” aveva scritto la Corte nelle motivazioni di primo grado depositate a fine agosto, con riferimento al contesto famigliare di freddezza descritto in aula e al fatto che i genitori del 35enne abbiano condotto doppie vite fin da subito dopo il matrimonio.