SAN MARTINO IN RIO (Reggio Emilia) – Ventiquattro anni e due mesi a Marco Eletti. Si chiude così il processo d’appello per il fatto di sangue avvenuto il 24 aprile 2021 a San Martino in Rio. In via Magnanini avvennero l’omicidio di Paolo Eletti, e il tentato omicidio di Sabrina Guidetti. Padre e madre dell’allora 32enne impiegato con la passione della scrittura. Il verdetto di secondo grado ha confermato la sentenza di primo grado rigettando i ricorsi sia della procura, che aveva contestato la quantificazione della pena, sia dei difensori di Marco Eletti. Secondo i legali Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella non ci sono prove di una pianificazione del delitto da parte del loro assistito.
“Una impugnazione basata su tre motivi: la mancata sussistenza della premeditazione, le attenuanti generiche che per quanto ci compete avrebbe dovuto essere prevalenti sull’aggravante contestata, il terzo è marginale”, spiega l’avvocato Bucchi.
Nel corso del processo Marco Eletti ha confessato il suo gesto. Prese a martellate il padre e mandò la madre in coma facendole assumere benzodiazepina. Soltanto l’aggravante dei futili motivi non era stata ravvisata dalla Corte d’Assise di Reggio, che aveva tenuto in considerazione la collaborazione fornita da Eletti, la sua giovane età, e il contesto famigliare difficile.
L’imputato era presente a Bologna nell’aula della Corte d’Assise d’Appello. Tra il pubblico anche la madre, che settimanalmente va a trovarlo in carcere. Tra 60 giorni la motivazione della sentenza. “Con elevatissima probabilità faremo ricorso in Cassazione”, chiosa Bucchi.
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