REGGIO EMILIA – Nel delitto di Cadelbosco Sopra ci sono dei fatti e ci sono delle ombre. Il fatto principale è l’uccisione di Salvatore Silipo, 29enne residente a Santa Vittoria di Gualtieri. Il fatto conseguente è l’arresto per omicidio di Dante Sestito, suo ex datore di lavoro, per ora rimasto in silenzio davanti agli inquirenti. Il terzo fatto è che la pistola che ha sparato il colpo mortale, una 44 Magnum con matricola abrasa, era stata rubata due anni fa e chi la possedeva lo faceva senza averne l’autorizzazione.
Le ombre fanno sì che il delitto sia avvolto da una specie di nebbia che evoca un contesto ‘ndranghetista. Queste ombre hanno spinto gli inquirenti reggiani a segnalare il fatto alla Dda di Bologna. Parliamo di “ombre” e “nebbia” riferendoci a elementi che non possono non far drizzare le antenne. La vittima, arrestata due anni fa per questioni di droga, era parente di coinvolti nella maxi inchiesta Aemilia, nonché genero di una persona che, con le sue dichiarazioni, a quell’inchiesta ha fornito molti elementi: il pentito Angelo Salvatore Cortese.
Dante Sestito è titolare di un’officina, la Dante Gomme teatro del delitto, che compare nell’inchiesta Billions su false fatturazioni; il figlio, presente alla morte di Silipo, è uno dei principali indagati di quell’inchiesta. La Dante Gomme, è emerso dalle indagini, era nei “pensieri” dei fratelli Mario, Cosimo e Michele Amato che a inizio 2019 provarono a estorcere denaro, con metodo mafioso, a diverse attività commerciali.
La difesa di Sestito parla di un colpo partito per sbaglio; della volontà forse di minacciare, di spaventare Silipo, ma non di ucciderlo. Alla base screzi per presunte sparizioni in officina, non è chiaro di quale natura; ammanchi che i Sestito, padre e figlio, attribuivano a Silipo ma che non risulta abbiano denunciato. Ospite ieri sera a Il Graffio, il professor Enzo Ciconte, per anni consulente del Comune di Reggio Emilia e tra i massimi esperti italiani di criminalità organizzata, si è posto però una domanda: “A chi gioverebbe una cosa del genere, così eclatante? Il metodo è mafioso, ma la ‘ndrangheta ha interesse ad agire sotto il pelo dell’acqua”.
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