CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – E’ stata fissata per domani all’istituto di Medicina legale di Modena l’autopsia sul cadavere del 29enne Salvatore Silipo. Gli esami autoptici potranno dare eventualmente conferma a quanto è stato ricostruito anche dai tre testimoni, cioè se si è trattato di una esecuzione.
Il ragazzo era stato convocato dal suo ex datore di lavoro, Dante Sestito, sabato pomeriggio all’interno dell’officina Dante Gomme. Stando a quanto detto agli inquirenti dal fratello e dal cugino della vittima, che erano con lui, al culmine del litigio Silipo sarebbe stato fatto inginocchiare per essere ucciso con un colpo al collo, una sorta di esecuzione.
In quell’ufficio, poco prima delle 15 di sabato, erano in cinque: Dante Sestito, suo figlio Antonio, la vittima con i due parenti. Sono stati proprio il fratello e il cugino di Silipo a fuggire all’esterno intercettando la pattuglia dei carabinieri.
Le indagini coordinate dalla pm Piera Cristina Giannusa procedono nel più stretto riserbo e anche nella difficoltà di scavare e cercare la verità all’interno di una comunità, quella calabrese, che può diventare impenetrabile. Si cerca di capire se il movente è da fare risalire a un presunto furto di pneumatici avvenuto nell’officina oppure se le pendenze riguardavano stipendi non pagati per intero all’ex dipendente caduto sotto i colpi di una 44 magnum Smith & Wesson. Un’arma, come appurato dai carabinieri che l’hanno sequestrata al 70enne titolare dell’officina, rubata anni orsono nel Ferrarese e detenuta in modo illegale. Sul posto sono stati recuperati una ventina di proiettili.
Sestito è stato arrestato nella notte tra sabato e domenica e ha scelto la linea del silenzio. Il suo legale, l’avvocato Migale Ranieri aggiunge anche “che al momento non ha parlato”, quasi come ad annunciare che la linea difensiva potrebbe cambiare. Un’occasione in questo senso potrebbe essere l’udienza di convalida dell’arresto che ancora non è stata fissata, ma che potrebbe svolgersi tra mercoledì e giovedì.
“L’omicidio di Cadelbosco ha lasciato tutti sgomenti e turbati – scrive il Pd provinciale in un documento a firma anche dei parlamentari – Reggio non accetterà mai di abituarsi a convivere con fatti violenti di sangue, figli di culture mafiose. Il paese della Bassa ha una storia di cultura del lavoro, di senso civico, di solidarietà”. Per sabato 30 ottobre è stata organizzata dal Comune di Cadelbosco una fiaccolata per dire “no” a ogni forma di violenza.
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