GUASTALLA (Reggio Emilia) – E’ trascorso un anno, ed è trascorso nel quasi totale silenzio. Il guastallese Luca Aldrovandi è stato ucciso nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2019 in Indonesia, sull’isola di Pulau Weh, doveva viveva e lavorava da una decina di anni. E’ stato trovato il mattino dopo, già senza vita nel suo bungalow, accoltellato a morte da una o più persone ancora senza nome. Sembrava che il caso potesse essere risolto in poche ore: la polizia del posto aveva fermato due dipendenti di Aldrovandi, che aveva un ristorante, il Bixio Caffè. In particolare, uno dei due aveva chiesto un permesso per assentarsi dal lavoro. Il movente ipotizzato era stato quello di una lite nata per motivi professionali e poi degenerata nel sangue, ma la pista era poi tramontata velocemente. Aldrovandi dava fastidio a qualcuno? Una domanda che per ora rimane sospesa nell’aria. Il 52enne, che era sposato con una donna indonesiana, Eva, oltre a gestire il ristorante italiano era impegnatissimo sul fronte dell’educazione ambientale: da tempo coinvolgeva i ragazzi delle scuole in attività ecologiche con iniziative come la pulizia delle spiagge dalla plastica. A quanto ci risulta, ad ora l’attività che gestiva è ferma.
Le ceneri di Aldrovandi hanno fatto rientro a Guastalla a metà dello scorso novembre, un mese circa dopo il delitto, e con loro era rientrata anche la vedova, nel reggiano al momento dell’omicidio e subito volata in patria per cercare di avere notizie. Ora la donna vive a Guastalla assieme alla figlia piccola della coppia e assieme alle sorelle del 52enne. Abbiamo interpellato una di loro: preferisce – ci ha detto – non parlare più di questa storia dolorosa.
Omicidio Aldrovandi: un anno senza verità né colpevoli. VIDEO
13 ottobre 2020Il 52enne di Guastalla fu trovato senza vita, ucciso a coltellate da un assassino ancora senza nome. Il dolore della famiglia e gli interrogativi ancora aperti