SAN MARTINO IN RIO (Reggio Emilia) – La procura ha terminato. Nelle ultime ore a Marco Eletti, tramite i suoi avvocati, è arrivato l’avviso di fine indagini sul delitto di San Martino in Rio. E‘ accusato di aver ucciso il padre Paolo a martellate e di aver tentato di fare la stessa cosa con la madre ma stordendola con benzodiazepine e tagliandole i polsi. Capi d’imputazione gravissimi, da potenziale ergastolo, aggravati da altre contestazioni: è accusato di aver fatto tutto questo a persone a lui legate da vincoli di parentela, per futili motivi, utilizzando sostanze venefiche e insidiose, e soprattutto premeditandolo. E’ accusato anche di altri reati: di aver importato dall’Olanda una sostanza sedativa, di aver falsificato ricette mediche, di aver provocato un incendio per disfarsi dei guanti che avrebbe utilizzato durante il delitto.

Paolo Eletti e il figlio Marco
Corposissimi gli atti depositati dal sostituto procuratore Piera Cristina Giannusa, che ha coordinato numerosi accertamenti eseguiti dai carabinieri. Marco Eletti, 34 anni, grafico per un’azienda e scrittore di romanzi, ha ricevuto la notizia dai suoi legali Noris Bucchi e Luigi Scarcella. E’ in carcere da quel 24 aprile 2021. “La notifica ci ha lasciato sorpresi – commenta Bucchi – Faccio i complimenti alla procura per aver chiuso un’indagine molto complicata in meno di un anno”.
Ora la difesa ha 20 giorni di tempo, con possibilità di richiesta di proroga, per visionare gli atti, prima che la procura proceda con la richiesta di rinvio a giudizio. “Ora possiamo visionare gli atti e decidere la linea difensiva”, chiosa il legale.
Fu Marco a dare l’allarme quel giorno. Disse di essere tornato a casa perché aveva dimenticato il portafogli dopo il pranzo con i genitori e di aver trovato la coppia in quello stato in salotto: lui deceduto, lei esanime. E ha sempre continuato a sostenerlo. Ma per la procura Marco Eletti aveva anche un movente. Le ipotesi fatte sono che in ballo ci fosse l‘appartamento dei nonni paterni rimasto vuoto, ma l’estate scorsa emerse che i carabinieri stavano indagando su una presunta doppia vita della vittima: il 58enne Paolo aveva un secondo profilo sui social, un profilo femminile. La tesi è che Marco non lo abbia accettato.
In questo anno scarso, il 34enne non ha mai incontrato la madre: tra loro solo qualche lettera. Dal canto suo Sabrina Guidetti, dopo un lungo coma, vive ancora presso parenti. Assistita dall’avvocato Claudio Bassi ha chiesto che la casa di via Magnanini venga dissequestrata, ma la procura ha negato l’assenso dicendo che c’è ancora la necessità che la scena del crimine rimanga inalterata.
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