REGGIO EMILIA – La base operativa dell’organizzazione era Reggio Emilia perché, secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, tutte le società individuate nell’ambito del sistema di frode sono state gestite nella nostra città, nell’ufficio di una dei presunti capi, Whendy Maioli, e nell’ufficio di professionisti compiacenti che risultano indagati. Le carte parlano dello studio di consulenza ‘AT Consulting’ della reggiana Stefania Torelli e di Angelo Cortese, nato a Napoli ma residente a Bomporto, in provincia di Modena. Un ruolo fondamentale era poi ricoperto – secondo gli inquirenti – dal bolognese Marco Rizzi, consulente tributario per molte aziende reggiane ma non iscritto all’Albo. Tra i partecipi all’organizzazione anche Alfonso Buonocore, residente a Parma. Nella ricostruzione della procura, Buonocore reclutava le aziende con debiti che sarebbero poi state le beneficiarie della cessione dei crediti da parte delle ‘cartiere’. Il sodalizio infatti – secondo le indagini – attraverso società inesistenti e fatture false, creava crediti fittizi verso lo Stato cedendoli ad aziende vere che in questo modo abbattevano la base imponibile e di fatto non pagavano le tasse.
Il sistema ricostruito dall’accusa comprenderebbe 40 società cartiere e altre 369 destinatarie delle indebite compensazioni sparse in tutta Italia. A capo dell’organizzazione ci sarebbe anche il 44enne di Bibbiano Michele Mastropietro, ufficialmente nullatenente e nullafacente, ma trovato in possesso, durante una delle perquisizioni, di orologi di pregio e auto di lusso. La frode fiscale dal 2016 al 2022 supererebbe i 100 milioni di euro. “Reggio Emilia è al centro di un sistema economico patologico e di illegalità, dove a farne le spese è principalmente lo Stato. Un sistema ancora attuale e operante anche oltre il periodo preso in esame dall’inchiesta” ha affermato il procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci.
“Reggio Emilia è da un po’ di tempo purtroppo che è al centro di questo tipo di servizi – ha spiegato Filippo Ivan Bixio, comandate provinciale della Guardia di Finanza – e spesso ha visto soggetti affiliati e attigui ad ambienti ‘ndranghetisti protagonisti di frodi fiscali molto imponenti, è comunque un’area dove molto facilmente sono sorte delle società cartiere ed è diventata un riferimento a livello nazionale proprio per l’utilizzo delle fatture false che si possono prestare non soltanto a frode ed evasione fiscale ma anche riciclaggio”.
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