BOLOGNA – Uno su cinque ce la fa: ben mille candidati per duecento posti disponibili – 180 per medicina e chirurgia, 20 per odontoiatria e protesi dentaria – accolti in via eccezionale in Fiera a Bologna, anziché a Modena, per questioni di capienza e distanziamento. Gli aspiranti medici di Unimore sono ovviamente giovanissimi, muniti di green pass e un po’ preoccupati dai danni che la loro preparazione può aver subito a causa della didattica a distanza negli ultimi due anni di superiori. Ma la loro vocazione non ha perso forza, anzi. Il 70% è donna, in parte si sono fatti ispirare dall’emergenza Covid ma il grosso dei 1.010 aspiranti a medicina e chirurgia ha sentito la chiamata anche prima. Partono risoluti, sapendo che il collo dell’imbuto è stretto – come detto appena un quinto accederà al corso di laurea – ma anche che la Sanità è cambiata dopo la pandemia, che alcune specialità mediche assorbiranno più candidati nei prossimi anni, ad esempio anestesia rianimazione, radiologia, senza dimenticare pediatri e medici di base di cui si lamenta una carenza cronica. Insomma sono pronti, se necessario, anche a riprovarci.
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