Servizio Tg Reggio
di Francesco Ferrari
PARIGI (FRANCIA) – Quaranta metri di corsia alla grande, poi Zaynab Dosso è stata inesorabilmente rimontata e superata da tutte le avversarie, finendo addirittura all’ultimo posto la prima semifinale dei 100 metri e con un tempo decisamente alto: 11”34 per l’atleta reggiana, un crono addirittura peggiore dell’11”30 fatto segnare in batteria. Il feeling tra la rubierese e la pista viola dello Stade de France, che ospita le gare di atletica, sembra proprio non essere mai scattato.
Peccato perché se la sprinter originaria della Costa d’Avorio e protagonista di una grandissima stagione, con tanto di nuovo record italiano, fosse riuscita a scendere finalmente sotto il muro degli 11 secondi, tempo che sembrava avesse nelle gambe solo qualche mese fa, il passaggio in finale sarebbe stato alla sua portata.
La semifinale, pur con una platea di rivali d’eccezione, è stata infatti vinta dall’americana Melissa Jefferson in 10”99, davanti all’ivoriana Marie Josè Ta Lou che ha chiuso la sua fatica in 11”01, esattamente lo stesso tempo del primato nazionale di Zaynab Dosso. Con le ipotetiche però non si fanno i risultati, e l’atleta reggiana può rammaricarsi per la sua prestazione imperfetta. Di sicuro, però, non le è mancato il coraggio. In partenza è stata la migliore e per i primi trenta metri è sembrato che l’impresa fosse alla sua portata, poi la sua corsa si è irrigidita ed è rimasto solo un amarissimo nono posto finale.
La medaglia d’oro è andata a Julian Alfred di Santa Lucia, a completare il podio le statunitensi Sha’carri Richardson e Melissa Jefferson, quest’ultima vincitrice della batteria di semifinale con la Dosso. Per l’atleta rubierese l’Olimpiade non finisce qui: giovedì alle 11.10 ci sarà la staffetta 4×100 femminile che la vedrà protagonista con i colori azzurri.
Il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro ha scritto su Facebook: “Rubiera ti ringrazia, Zaynab Dosso, per averci portato fino alle semifinali delle Olimpiadi di Parigi. Vederti correre lì sa di libertà e bellezza. Un esempio per tutte le ragazze che, allacciandosi le scarpette, pensano di poter dimostrare qualcosa a se stesse e al mondo. Passa, per i cappelletti!”.
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