REGGIO EMILIA – L’iter era stato avviato dal governo Renzi nel 2016. Un percorso che si è rivelato a ostacoli, fatto di ricorsi al tar e pronunce da parte della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato. E’ stato quest’ultimo organo a mettere la parola fine agli ostruzionismi nei confronti della riforma delle Camere di commercio, con una sentenza che sottolinea il “significativo rallentamento” avvenuto. Il processo di accorpamento può ora proseguire anche per la Camera di Commercio dell’Emilia, il nome scelto per l’ente che unisce Reggio a Parma e Piacenza.
“Il presidente Bonaccini ha previsto di chiudere l’intero accorpamento entro il mese di novembre – spiega il commissario Stefano Landi – Ci saranno alcuni passaggi, il primo dei quali consiste nel decreto del Presidente della Regione che rileva il grado di rappresentatività delle associazioni per ciascun settore”.
Le regole sulla composizione del consiglio della nuova Camera di Commercio verranno comunicate, oltre che al Ministero dello Sviluppo Economico, alle organizzazioni imprenditoriali, sindacali e alle associazioni di consumatori. “Poi le associazioni comunicheranno i nomi dei consiglieri di loro spettanza”. continua Landi.
Il “parlamentino” che vedrà la luce rappresenterà all’incirca 160mila imprese. Il commissario Stefano Landi parla di una fusione forzata, che gli enti camerali hanno dovuto subìre. Tra gli auspici la possibilità di poter riaprire alla assunzione di nuovo personale. “Quando sono entrato a inizio 2014 c’erano un centinaio di persone, ora sono una sessantina. Le assunzioni sono bloccate e siamo in una situazione insostenibile”.
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