REGGIO EMILIA – “Nell’ultimo anno ci sono stati 3.230 nati in provincia, se guardiamo i dati del 2009 quando c’erano oltre 5mila nati in provincia, il calo è di oltre il 25%”. Questi i dati presentati dal dottor Giancarlo Gargano, direttore del Dipartimento materno infantile dell’Ausl di Reggio.
Sono ormai lontani gli anni in cui nella provincia di Reggio nascevano più di 5 mila bambini, e c’erano in attività cinque punti nascita. Oggi la situazione è molto diversa. Anche per il 2021, come per il 2020 in piena pandemia, il numero dei nati ha superato di poco le 3mila unità, 500 in meno rispetto al 2019. E i punti nascita rimasti sono tre, oltre a Reggio, Guastalla e Montecchio. La nostra provincia non si discosta da una tendenza che è nazionale. “Se pensiamo ai dati nazionali, che ci dicono un numero di nati al di sotto dei 400mila nati l’anno scorso con previsione di 380mila nati per il 2022, comprendiamo la dimensione del fenomeno”.
Secondo il direttore del dipartimento materno infantile dell’Ausl di Reggio ci saranno ripercussioni a a breve. “Non sono solo sanitarie, quelle saranno minime, ci saranno conseguenze più sul welfare e sulla società a tutti i livelli. Occorrono strategie”.
La diminuzione della popolazione non italiana ha avuto una conseguenza anche sulle nascite. “Il numero di donne in età fertile sta diminuendo, dobbiamo ripensare in maniera seria il sostegno al lavoro e al welfare”. Secondo Gargano con il ‘family act’, il pacchetto di misure pensato dal precedente Governo a favore delle famiglie, è stato fatto un passo avanti, ma la strada è ancora lunga. “Rappresenta la prima strategia di intervento, di sostegno delle famiglie e della genitorialità, dobbiamo insistere su quel percorso”.
Leggi anche
Reggio Emilia ausl reggio emilia nuovi nati Giancarlo Gargano bimbi nati donne fertili










