REGGIO EMILIA – E’ stato deciso di istituire un sistema di vigilanza a protezione del sindaco Luca Vecchi e dei suoi colleghi destinatari, come lui, di una lettera di minacce firmata Nuove Brigate Rosse.
Sulle indagini procede l’Antiterrorismo di Bologna: “La Digos è in campo”, conferma a Tg Reggio il procuratore capo Giuseppe Amato, in stretto contatto con l’Antiterrorismo di Roma. Nella missiva, un foglio quasi pieno scritto a computer, si ipotizzano gravi atti per giovedì 19 novembre: l’esplosione di ordigni in”‘sedi giornalistiche, politiche, stazioni ferroviarie, banche e uffici pubblici, e LA RIVOLUZIONE AVRA’ INIZIO” è scritto in maiuscolo.
Cosa fare per scongiurare tutto ciò? Di seguito nella lettera, le sedicenti nuove Br stilano una lista di sette richieste, che si possono sintetizzare con: “Istituzioni, dite subito agli italiani che la pandemia da Covid è terminata e riaprite i locali senza limiti di orario, i bar, le palestre, le piscine e le scuole, togliete le restrizioni e gli obblighi di distanziamenti e mascherine”.
Appare del tutto inverosimile che le Nuove Brigate Rosse possano aver partorito uno scritto del genere. Viene indicato con quel nome il gruppo criminale responsabile degli omicidi D’Antona e Biagi nel 2002. Le Nuove BR furono artefici di una nuova stagione di lotta armata e di omicidi politici, giustificati con la retorica della logica rivoluzionaria tesa alla conquista del potere politico per la successiva instaurazione della “dittatura del proletariato”. L’organizzazione aveva i propri leader in Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi, arrestati nel 2003. L’ultimo atto attribuito alle nuove Br è datato settembre 2006, con un attentato dinamitardo ai danni della caserma della Brigata “Folgore” a Livorno.
Allo stesso tempo, l’episodio di queste lettere è grave e va considerato con razionalità ma senza sottovalutazioni.
La lettera a Vecchi è arrivata giovedì 5 novembre. La segretaria gli ha consegnato la corrispondenza come sempre, dall’esterno era una busta come tante, invece no. Un quarto d’ora dopo gli uomini della Digos di Reggio erano in municipio. Nel corso dei giorni successivi, gli inquirenti hanno sequestrato lettere analoghe in altre province, arrivate ai sindaci di Ferrara, Modena, Rimini, Ravenna e Forlì, e anche al presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Al riguardo, il coordinamento dei sindaci reggiani, guidato dal presidente della Provincia Giorgio Zanni, ha espresso solidarietà e vicinanza a Vecchi: “Episodi simili non devono accadere e non saranno mai tollerati, in special modo in questo momento in cui tutti noi ci troviamo impegnati in prima linea nella gestione dell’epidemia e dei complessi equilibri sociali che ne conseguono”. Solidarietà a Vecchi e agli altri primi cittadini è giunta anche dal Pd di Reggio Emilia, dalla vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, da Unindustria Reggio Emilia e dalla Cgil regionale.
Nei giorni della scorsa settimana in Comune a Reggio mi è stata recapitata una lettera che recava all’interno la sigla…
Pubblicato da Luca Vecchi su Martedì 10 novembre 2020