REGGIO EMILIA – Chi ben comincia… ma qui, a differenza del proverbio, a metà dell’opera ancora non ci siamo. Nonostante il tracciato della nuova tangenziale, tra San Prospero Strinati e la via Emilia a Corte Tegge, verso Parma, sia ormai tutto visibile, il cantiere da 190 milioni affidato alla De Sanctis Costruzioni è a un terzo del suo cammino. Iniziati nel 2022, la fine dei lavori dei 6 chilometri e 400 metri che cambieranno la viabilità di Reggio Emilia, non avverrà prima del 2026, a causa delle complesse interferenze da risolvere con la ferrovia. Il progetto prevede infatti la realizzazione di 3 svincoli, 4 viadotti, 4 sottopassi ferroviari, quelli più impegnativi.
“Siamo alla realizzazione di un terzo dell’opera. Il lavoro di Anas è trovare un accordo con i vari enti che hanno infrastrutture, ad esempio le Ferrovie, con cui definire il calendario per gli interventi”, spiega David Zilioli, dirigente del settore progettazioni complesse del Comune di Reggio.
Entro fine anno, la prima svolta con l’apertura della nuova strada che collegherà Pieve Modolena a Cavazzoli e Roncocesi, l’asse più importante degli oltre 15 chilometri di strutture accessorie tra strade di collegamento, svincoli, piste di manutenzione e piste ciclabili previsti dall’intervento. La nuova rotatoria rappresenta anche il punto d’arrivo del primo tratto della nuova tangenziale, 4 chilometri a due carreggiate, con due corsie per senso di marcia. Il secondo tratto, tra Pieve e Corte Tegge, sarà invece di 2 chilometri ma con un’unica carreggiata e una corsia per senso di marcia. Nel futuro, però, l’obiettivo è di arrivare sino a Sant’Ilario e collegarsi con l’uscita autostradale di Terre di Canossa-Campegine.
“Così avremo tutta la filiera risolta anche in caso di blocchi dell’autostrada, che ora grava sulla via Emilia”, chiosa Zilioli.
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