REGGIO EMILIA – Il traguardo è fissato a un milione e 200mila euro: tanto serve per portare a termine due importanti progetti che potranno migliorare le cure dei pazienti affetti da linfoma. E’ rivolta alla ricerca la nuova sfida del Grade, nell’ambito dell’ematologia, in collaborazione con la Fondazione Italiana Linfomi.
“Riteniamo che il fatto di fare ricerca aiuti a curare il paziente – ha detto a “Il medico e il cittadino” Francesco Merli, direttore dell’Ematologia di Ausl – Solo otto-nove anni fa, pubblicavamo 10-15 lavori all’anno. Nel 2020 ne abbiamo pubblicati 62, abbiamo una novantina di protocolli nei quali possono essere inseriti i pazienti nelle varie branche dell’ematologia”.
I due progetti coinvolgeranno 50 centri in tutta Italia e saranno coordinati dall’Ematologia di Reggio Emilia, salita di recente alla ribalta internazionale proprio per i suoi innovativi lavori sui linfomi. Il primo studio arruolerà 430 pazienti e sarà incentrato sull’integrazione tra i farmaci previsti dal protocollo e la vitamina D. Il secondo, riservato a 600 pazienti, si concentrerà sui linfomi follicolari e in particolare sui malati che rispondono meglio nelle prime fasi di cura.
“Abbiamo deciso di disegnare questo studio, confrontare il trattamento standard con trattamento che toglie chemioterapia ai pazienti che sono destinati ad andare bene”, le parole di Stefano Luminari, responsabile della ricerca in Ematologia. Il sostegno da parte del Grade non è di certo nuovo. Il simbolo dell’ultima campagna del gruppo Amici dell’Ematologia questa volta è il girasole, “un petalo per 30 euro”: per arrivare alla cifra stabilita ne serviranno 40mila.
“Abbiamo scelto delle bustine, preparate. Spediremo le bustine, e i semi si possono piantare, riprende l’idea che la ricerca è qualcosa che cresce piano piano”, ha concluso Roberto Abati, direttore del Grade.
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