VETTO (Reggio Emilia) – A inizio giugno il ministero delle Infrastrutture aveva bocciato l’ipotesi – avanzata dalla municipalità di Ramiseto – di riprendere la costruzione della diga di Vetto, partendo dal progetto originario, quello firmato dall’ingegner Claudio Marcello nel 1981 che prevedeva uno sbarramento in terra alto 83 metri e un volume di invaso di 130 milioni di metri cubi. All’epoca venne costruito il “taglione”, ossia lo zoccolo trasversale in cemento su cui si prevedeva dovesse poggiare la diga sull’Enza, ma poi la realizzazione dell’opera venne abbandonata per mancanza di risorse finanziarie.
I sostenitori del progetto originario del maxi invaso, però, non demordono e proprio nel luogo dei lavori iniziati e interrotti 34 anni fa si sono dati appuntamento – come ormai da tradizione – per una manifestazione volta a ribadire le proprie ragioni. “Gli studi hanno dimostrato che la realizzazione dell’invaso sarebbe sicura”, ribadisce Lino Franzini, presidente del comitato pro Diga di Vetto. All’appuntamento erano presenti anche il sindaco di Ventasso, Enrico Ferretti – “La diga è fondamentale per il nostro territorio, sia per il turismo che per l’agricoltura” – e il consigliere regionale di Rete Civica, Mastacchi – “Da quando sono stato eletto, sono sempre venuto a questa manifestazione”.
Reggio Emilia Vetto invaso sull'Enza diga di Vetto