REGGIO EMILIA – La dicotomia è ancora tra italiano e straniero, ma la cittadinanza ha moltissime facce. C’è chi ottiene la cittadinanza italiana a Reggio e poi decide di trasferirsi in un’altra città; chi la acquisisce perché figlio minore di un genitore che la ottiene; chi, di cittadinanze, ne ha due; chi chiede asilo politico; chi è apolide. Un punto fermo c’è: chi nasce in Italia da genitori stranieri non è italiano.
Dal 2000 al 2022 – i dati sono stati raccolti da Mondinsieme – a Reggio città ci sono state 12.037 nuove acquisizioni di cittadinaza: 8mila di queste persone sono ancora residenti in città. Nel 2024 le acquisizioni sono state 1.700, di cui più della metà da parte di minori diventati italiani in seguito al lungo iter intrapreso dai genitori. Significa che non è l’adulto solo a chiedere la cittadinanza italiana, ma è chi ha basi stabili e solitamente una famiglia, oppure sta per crearsela. E le storture non mancano.
“Ci sono famiglie spaccate per i lunghi tempi, perché i figli minori diventano italiani e chi ha 19 anni rimane straniero”, spiega Gianluca Grassi, presidente di Mondinsieme.
Lunghi tempi di attesa e diversi requisiti per ottenere la cittadinanza. Cosa ne pensa chi vive, studia e lavora qui da anni e anni? “Probabilmente se si arriva da Paesi più rigidi, probabilmente non si vede l’Italia come un Paese arretrato. Chi arriva ad esempio dal Sudafrica può ritenerci un Paese retrogrado”, chiosa Grassi.
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