NOVELLARA (Reggio Emilia) – Adesso l’ipotesi di reato è omicidio e c’è più di una persona iscritta nel registro degli indagati. Procura di Reggio e carabinieri si stanno concentrando sul contesto famigliare e non è escluso che presto venga avviato l’iter per arrivare a una rogatoria internazionale e a mettere in campo l’Interpol.
Passano i giorni e le ore e per gli inquirenti la speranza che Saman Abbas sia viva si fa sempre più flebile. Saman che lo scorso dicembre, ancora minorenne, aveva denunciato i genitori che l’avevano promessa in sposa a un connazionale in Pakistan. Ovviamente non è solo il trascorrere del tempo senza notizie della giovane pakistana a far propendere gli investigatori per l’esito più funesto: ci sono anche elementi tecnici e riscontri, in particolare trovati all’esterno dell’abitazione di via Colombo, sotto sequestro e perquisita ma nella quale non sarebbero emerse tracce utili. Si è cercato fuori, quindi, anche con i cani, nei campi in cui da oltre dieci anni lavora Shabbar, il padre della ragazza, e nei quali la stessa 18enne veniva vista anche se molto di rado, sempre assieme alla madre, nel tardo pomeriggio.
Saman era arrivata qui nel 2016, aveva ottenuto la licenza media, voleva iscriversi al liceo: suo padre raccontava di una figlia molto intelligente che sarebbe dovuta diventare “dottoressa”. Ma nei fatti pare che le sia stato impedito di frequentare una scuola superiore fuori da Novellara. Saman rimaneva in casa. Pochissimi amici, nessuna apparizione sui social, di lei si conosce da qualche ora il sorriso grazie a una fototessera diffusa dai carabinieri.
A fine aprile si allontana senza avvertire dalla comunità cui era stata affidata e torna a Novellara. Il 2 maggio il primissimo via alle ricerche. I Bartoli, proprietari del terreno di via Colombo e della casa dove vivono gli Abbas, stanno pranzando fuori ma c’è parecchio vento. Chiamano il capofamiglia Shabbar per chiedergli di coprire le serre, ma lui non si trova; riescono a contattare il figlio minore di 16 anni, dice di essere in zona presso parenti e che invece i genitori e la sorella Saman sono andati in Pakistan per la malattia di una zia, ma non è così. Lei non è con loro. Qualche giorno dopo, anche il ragazzo e alcuni cugini partono per il Pakistan. Nessuno dei famigliari denuncia la scomparsa di Saman. Sono i militari ad agire, gli uomini e le donne del colonnello Cristiano Desideri coordinati dal sostituto procuratore Laura Galli.
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