NOVELLARA (Reggio Emilia) – Dopo quasi 80 anni, Pietro Papi è tornato a casa. Proprio nel periodo dell’anno dedicato a chi non c’è più, è stato sepolto nel cimitero della sua Novellara.
Soldato, nato nel 1923, venne catturato in Grecia il 9 settembre del ’43, un giorno dopo l’armistizio, e deportato in
Germania; morì a Gladbach sotto un bombardamento il 14 marzo del ’45. Un Imi, Internato Militare Italiano, che avrà per sempre le sembianze di un ventenne.
Per mesi, dopo la fine della guerra, i parenti avevano sognato di vederlo ricomparire. Poi, il sogno era diventato quello di riaverne almeno il corpo. In tanti, a cominciare dai suoi genitori, sono morti senza realizzare né l’uno né l’altro. Non Appio, il fratello di Pietro, nato però quando già il giovane era partito. E’ lui che, occhi lucidi, lo ha riaccolto a casa assieme alla moglie Bianca, alla figlia Laura e ai figli di Laura.
Nell’ultimo anno Istoreco ha lavorato affinché Pietro Papi tornasse e adesso i pezzi di questa famiglia sono al loro posto. Una giornata bella anche per i tanti che invece il sogno di poter piangere un corpo non lo hanno mai coronato. “Le sue sorelle ne hanno mantenuto sempre vivo il ricordo e oggi siamo qui”, le parole della nipote, Laura. “Il mio rammarico è che sia morto così giovane – ha aggiunto la cognata Bianca – Ha l’età dei nostri nipoti che non hanno conosciuto il suo sacrificio”.
La comunità era rappresentata dal sindaco Elena Carletti, che si è adoperata molto per il rientro della salma. I ricercatori dell’Istituto reggiano per la Resistenza, che lo scorso gennaio avevano posto davanti alla casa novellarese di Papi una pietra d’inciampo, ne hanno rintracciato il corpo nel cimitero di Francoforte. Pochi giorni fa, la riesumazione: “Questo dimostra che non ci occupiamo di cose sterili, ma di vite e di persone toccate da un’orribile pagina di storia”, ha commentato il direttore di Istoreco, Matthias Durchfeld.

Pietro Papi, scomparso all’età di 20 anni