Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato la storia di una donna costretta a vivere in auto dopo essere stata sfrattata, a cui i servizi sociali del comune hanno poi trovato una sistemazione. Una vicenda drammatica le cui radici sono in una grave forma di ludopatia. Proprio oggi Libera ha presentato il dossier che fotografa il fenomeno a livello nazionale e anche sul nostro territorio. Ne emerge un affare che interessa sempre di più alla criminalità organizzata.
REGGIO EMILIA – 442 milioni di euro: è la cifra che nel 2024 si è giocata a Reggio Emilia, tra macchinette, gratta e vinci e piattaforme online. Togliendo le vincite, 90 milioni di euro sono andati in fumo. Il capoluogo della nostra provincia è il terzo in regione dopo Bologna e Modena, e scende di una posizione se si considera la cifra che si spende nel gioco d’azzardo, per abitante.
Il dato emerge dal dossier di Libera denominato ‘Azzardomafie’: dall’analisi delle relazioni della Direzione Nazionale ed Investigativa Antimafia risultano 147 clan censiti che hanno operato in affari sia illegali che legali, tra cui quello ‘ndranghetistico dei Grande Aracri, la cui presenza sul nostro territorio è stata accertata da numerosi processi, a partire da Aemilia.
A livello nazionale lo scorso anno 18 milioni di italiani hanno tentato la fortuna spendendo 157 miliardi di euro. Per il 3% della popolazione maggiorenne si parla di gioco patologico, altrettante sono le persone considerate a rischio: coloro che sperano di cambiare la loro vita con i videopoker, le slot-machine, le lotterie o nelle sale bingo. Bologna è il capoluogo in cui lo scorso anno si è giocato di più, con più di un miliardo di euro spesi.
In media in Emilia Romagna si sono spesi 2.275 euro per abitante, bambini compresi: in questa classifica Piacenza è al primo posto, con 2.900 euro mentre Reggio è al quarto posto con un dato al sopra della media regionale, 2.560 euro.
Per la criminalità organizzata il mondo del gioco d’azzardo rappresenta un vero e proprio affare: una grande roulette – dice Libera – dove si ricicla denaro derivante da altri traffici: si impongono le slot machine agli esercenti, si estorce denaro ai giocatori fortunati o lo si presta a usura a quelli sfortunati. In Emilia Romagna l’ndrangheta a fare da padrone.
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