REGGIO EMILIA – L’ondata di indignazione con cui è stata accolta la notizia che una manciata di parlamentari e consiglieri regionali ha chiesto il bonus di 600 euro per le partite Iva in difficoltà è più che giustificata. Poca attenzione, però, è stata prestata al fatto che benefit e sconti per le fasce di reddito più elevate sono sempre più frequenti e ottenibili senza bisogno di “furbate”.
Il bonus per baby sitter e campi estivi è destinato senza limiti di reddito a dipendenti pubblici, privati e professionisti. Tra questi, ci sono dirigenti aziendali, della pubblica amministrazione e della sanità che guadagnano non molto meno – e a volte anche più – di un parlamentare, ma nessuno sembra trovare strano che lo Stato gli rimborsi fino a 1.200 euro di spese per il campo estivo. E non è solo questione limitata ai bonus di questi mesi.
Dal 2014 è stata abolita l’Imu sulla prima casa: abolita per tutti, anche per i ricchi, salvo che non abitino in castelli e ville signorili accatastate come immobili di lusso. E ancora: l’anno scorso la Regione ha abolito il ticket base di 23 euro sulle prime visite per le famiglie numerose. Se hai due figli non paghi il ticket, neppure se sei miliardario. E non pagano neppure i figli del miliardario.
Anche a Reggio Emilia abbiamo fatto qualche passo in questa direzione: il Comune ha tagliato le rette dei servizi educativi. Le fasce di reddito più elevate hanno risparmiato 36 euro al mese per la scuola d’infanzia e 88 euro al mese per il nido. Non hanno rubato niente a nessuno e nessuno si è scandalizzato. Anzi, nessuno ha detto “bau”. Alcune situazioni indignano, altre vengono vissute come normali. Non sono uguali, però un po’ si assomigliano. La differenza, spesso, la fa il fatto che ci sia o meno di mezzo un politico.
Reggio Emilia furbetti 600 euro agli autonomi











