BRESCELLO (Reggio Emilia) – Non vi fu diffamazione nel 2019 nei confronti del giornalista Donato Ungaro, perché secondo il giudice Giovanni Ghini l’ex sindaco di Brescello Ermes Coffrini, 78 anni, non è punibile in quanto “agì in uno stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui e subito dopo di esso”, come recita l’articolo 599 del codice penale. La sentenza di assoluzione è arrivata a metà pomeriggio in un clima molto teso: una mezz’ora di udienza dedicata alle repliche e alle dichiarazioni spontanee di Coffrini, poi la rapida camera di consiglio. Si tratta dell’ennesima querelle giudiziaria fra i due, in quanto Ungaro nel 2002 era vigile urbano a Brescello e pure corrispondente della Gazzetta di Reggio, per i suoi articoli venne licenziato dall’amministrazione Coffrini, ma la Cassazione dichiarò anni dopo illegittimo quel provvedimento. Al centro dell’odierno processo le mail che sei anni fa Coffrini inviò ad una serie di realtà reggiane e al sindaco di Massa Lombarda affinché non venissero messi in scena due spettacoli che l’ex sindaco riteneva lesivi della sua persona ed ispirati da Ungaro.
La pm Maria Rita Pantani aveva invece chiesto la condanna di Coffrini a sei mesi e Ungaro (tramite l’avvocato Valerio Vartolo) nonché l’Ordine regionale dei giornalisti avevano chiesto un risarcimento-danni. Lapidario l’ex sindaco al termine con a fianco l’avvocato Mario L’Insalata: “Sono soddisfatto, accolta in pieno la nostra tesi, non farò una contro azione legale, ma ora spero che la mia famiglia venga lasciata in pace”.

Donato Ungaro con il suo avvocato in aula

Ermes Coffrini in aula