SCANDIANO (Reggio Emilia) – Una, Anna, vive a Scandiano, in via Mazzini, in quella stessa casa. L’altra, Ester, vive a Masone. Sono le sorelle Ganassi ancora in vita. Ma “Franca e Carla ci guardano dal paradiso” ci dice Anna al telefono. E’ molto anziana, la stanchezza nel parlare si fa sentire, e negli ultimi 14 anni la sua esistenza è stata appesantita da una ferita grande, quella di non sapere chi avesse ucciso Franca. Chi l’avesse colpita alla testa ben 12 volte, a morte, dopo aver provato ad abusare di lei, che tornava da una gita di gruppo. Ora lo sa, anche se il processo per Moustapha Bouzendar deve ancora essere celebrato. Ma il suo Dna combacia perfettamente con quello ricavato dalle tracce di liquido seminale ritrovate sugli indumenti di Franca Silvana Ganassi, uccisa la sera del 30 dicembre 2005. Fu colpita nel Parco della Resistenza di Scandiano poco dopo essere scesa dal pullman, si trascinò fino a via Mazzini ma non riuscì a entrare in casa. Fu trovata senza vita nel giardino il mattino dopo.
Il 44enne marocchino è stato arrestato tre giorni fa a Casablanca al termine di un’operazione congiunta tra la procura, il gip e i carabinieri di Reggio, le autorità marocchine e il magistrato di collegamento. Sarà processato sia in patria – dove rischia la pena di morte, che verrebbe commutata in ergastolo – sia in Italia. Anna ed Ester si sono telefonate subito, dopo che i carabinieri hanno comunicato loro la notizia dell’arresto.
“Sono contenta – continua a ripetere Anna – Non ci speravo più, dopo tanti anni…ma sono contenta. E’ giusto che paghi la sua pena“.
Leggi e guarda anche
Scandiano, arrestato in Marocco l’assassino di Franca Silvana Ganassi. VIDEO
Omicidio Ganassi, arrestato l’assassino. Il sindaco di Scandiano: “Giustizia è fatta”. VIDEO