REGGIO EMILIA – Domani inizia il festival di Sanremo 2023: la kermesse per eccellenza della musica italiana, che nei decenni è diventata un fenomeno di costume. Nei giorni scorsi l’ex cantante dei Nomadi, Danilo Sacco, aveva criticato il mancato invito della band novellarese sulle scene da 60 anni. Proprio Beppe Carletti nei giorni scorsi è stato ospite a Il Graffio: “L’abbiamo già vinto, non andandoci”.
Un Beppe Carletti spumeggiante, frizzante, pungente a pochi giorni da una polemica non generata per la verità da lui, ma dall’ex cantante dei Nomadi, Sacco: “Nel 60° della loro fondazione, i Nomadi andavano invitati a Sanremo”, aveva detto in sintesi. Secondo noi, giustissimo: in cinque serate, da oltre quattro ore ciascuna di spettacolo, doveroso trovare almeno qualche minuto per celebrare il gruppo di Novellara. Il cofondatore, assieme ad Augusto Daolio, della band, parla della cosa con tranquillità ma non tacendo di nulla, come chi sa di avere fatto la storia della musica, Sanremo o non Sanremo.
Assieme a Carletti, con l’autore e showman collega di Trc Andrea Barbi e il giornalista esperto musicale Luciano Manzotti si è dibattuto sul tema “tutti pazzi per Sanremo oppure no?”. Di sicuro, le cinque serate dell’Ariston monopolizzano la scena italiana anche al di là della musica proposta; negli anni – e questo non fa eccezione – il cast in gara è composto per attirare tutte le fasce d’età, da chi si ricorda le esibizioni di Claudio Villa a chi è impegnato a commentare sui social o col Fantasanremo.
Tornando ai Nomadi, il 2023 sancisce i 60 anni del gruppo e i 30 del Nomadincontro, che debuttava nel ’93 un anno dopo la morte di Augusto e che torna dopo la pandemia tra due settimane a Novellara: il 18 febbraio era il compleanno di Augusto.
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