REGGIO EMILIA – L’indicazione suona perentoria. Per i ministri ordinati, vale a dire i preti e i diaconi, il divieto di partecipare in modo attivo alla politica non è una novità. Il servizio svolto da queste figure all’interno della chiesa è infatti di tipo esclusivo. Così secondo il diritto canonico, che non attribuisce tale caratteristica invece ai cosiddetti ministri istituiti, ovvero i lettori, i ministri dell’eucarestia e gli accoliti. Ruoli, questi ultimi, di tipo laicale, che sono ricoperti da svariati consiglieri comunali o amministratori locali reggiani. Soltanto due mesi fa, ad esempio, lo stesso vescovo ha nominato accolito Daniele Valentini, assessore a Castelnovo Monti. Accolito è anche Carlo Incerti, consigliere comunale a Bagnolo. E tra coloro che hanno il mandato di distribuire la Comunione spicca il nome di Graziano Delrio. Il decreto emesso dal vescovo Morandi impone ora, in caso di candidatura, di autosospendersi dal ruolo ricoperto nella comunità dei fedeli. Vale anche per chi nelle parrocchie fa parte del consiglio pastorale, oppure è volontario, magari attivo nella carità, oppure ancora svolge attività di insegnante di dottrina o educatore. In quest’ultimo caso rientra ad esempio il vicesindaco di Correggio Maria Chiara Oleari.
Regole così nette, ed estese ad una platea così ampia, sono inedite. Nelle ulteriori istruzioni pubblicate in queste ultime ore sul sito della Diocesi si legge che “le attività tipiche della comunità cristiana (culto, catechesi, carità e misericordia) non devono essere confuse con attività di promozione partitica”.
Dettagli che hanno suscitato incomprensioni e disagio tra i destinatari delle misure, ovvero i singoli parroci. Alcuni di loro si pongono dubbi sulla legittimità di una tale decreto. A Giacomo Morandi sono giunte richieste di chiarimento e manifestazioni di preoccupazione per il rischio di un indebolimento della presenza di cattolici nella politica attiva. L’intervento del numero uno della diocesi è apparso, insomma, “a gamba tesa” e controproducente. L’obiettivo di mettere al riparo da tensioni la vita nelle parrocchie impatterebbe su situazioni di per sé non problematiche, costringendo in alcuni casi a dover trovare dei sostituti per figure volontarie oggigiorno difficili da reclutare.
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