REGGIO EMILIA – Mobilitazione dei sindacati per chiedere maggiori tutele per i lavoratori del settore sanità e più risorse per il futuro: un presidio è stato organizzato ieri davanti al Santa Maria Nuova.
Ormai due settimane fa la Regione ha inviato una nota alle Ausl per disporre almeno fino al 31 dicembre il blocco delle assunzioni, quindi anche il blocco del turnover, e di nuovi contratti flessibili. Inoltre, vengono sospese anche le valorizzazioni economiche. Le eccezioni all’imposizione riguardano l’arruolamento di personale per i reparti di emergenza ed eventuali esigenze specifiche per l’emergenza Covid e la campagna vaccinale. Qualora si rendesse necessario incrementare l’organico sanitario, però, le Ausl devono ottenere preventivamente un’autorizzazione da parte della Regione stessa.
La misura è sostanzialmente dettata dai problemi del bilancio sanitario, che in questi due anni di pandemia ha speso molte risorse. Nonostante ciò, il Governo riduce i trasferimenti territoriali. Un quadro che ha spinto i sindacati a dare vita a manifestazioni di protesta. “I lavoratori della sanità vanno difesi, visto anche tutti i sacrifici che hanno fatto in questa fase e che continuano a fare”, le parole di Mauro Nicolini, segretario provinciale Fp Cgil. “La sanità, visto il momento, non può protestare, ma le lamentale sono tante”, gli ha fatto eco Giuseppe Belloni della Uil.
Sono oltre 2 miliardi di euro i fondi in meno di cui, a livello nazionale, potranno disporre le Regioni per il capitolo sanitario e ciò si traduce in centinaia di milioni in meno anche per l’Emilia Romagna. È anche per questa ragione che il presidente Stefano Bonaccini ha chiesto a più riprese che il Governo aiuti le Regioni.
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