REGGIO EMILIA – La scarsa presenza di neve e i pochi cannoni per garantire la piena apertura degli impianti sono un problema che attanaglia gli operatori turistici di Cerreto Laghi. Le imprese sono in difficoltà. “Chiediamo per loro che sia riconosciuto lo stato di calamità naturale e che, per il futuro, vi sia un maggior coinvolgimento pubblico nelle infrastrutture”, dice il presidente di Confcommercio Davide Massarini, che insieme ad una delegazione di Confcommercio di Castelnovo Monti ieri ha incontrato gli operatori della stazione turistica dell’Alto Appennino Reggiano. Presenti albergatori, maestri di sci, gestori degli impianti, commercianti, pubblici esercizi. Per tutti il problema è lo stesso: sono stati fatti investimenti in termini di materiali, magazzino, merci per esser pronti ad accogliere nel modo migliore i turisti invernali che però, siamo ormai a fine febbraio, non si sono visti. “Ora dobbiamo programmare e avviare gli ordini per la prossima estate – spiega Laura Fiori, titolare di un negozio – ma non siamo in grado di pagare la merce rimasta in magazzino. Così i nostri fornitori non prendono gli ordini per l’estate: come faremo ad essere pronti coi nostri clienti nella prossima stagione?”.
“La situazione è grave – è il pensiero di Massarini – e rientra nel discorso molto ampio di mantenere attrattiva e viva la nostra Montagna. Proprio per questo abbiamo subito chiesto alla neo Assessora regionale Barbara Lori un incontro urgente al Cerreto”.
Per fronteggiare l’emergenza “occorre che la Regione, come accade ad esempio per l’agricoltura o per la Costa, si faccia garante con un fondo perché gli imprenditori possano ottenere una dilazione dei pagamenti ai fornitori”, sostiene Enrico Ferretti della Scuola Sci.
“Lo stato di calamità è necessario anche – aggiunge Alessandro Giannarelli, albergatore – perché venga riconosciuto nel sistema previsto dagli indici sintetici di affidabilità fiscale”. “Occorre, poi, come succede negli Appennini e nelle Alpi di tutta Italia, a partire da Modena e Bologna, che la proprietà degli impianti sia pubblica –aggiunge Alessandro Zampolini, commerciante e tecnico sci – e che si doti la stazione di un adeguato numero di cannoni per fare la neve programmata durante tutto l’inverno”.