REGGIO EMILIA – “La politica sta facendo poco o niente per contrastare le mafie sul piano normativo. Le mafie ora tendono a mimetizzarsi, non sparano né uccidono. La gente, quindi, è portata a pensare che non esistano più”. Non è una stoccata da poco, perché a darla è Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, da quasi 40 anni in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata, attività che lo mette costantemente nel mirino: prova ne è il dispiego di forze di sicurezza in campo durante le sue partecipazioni ad eventi pubblici come quello organizzato al centro Malaguzzi.
Un concetto che Gratteri ha ripetuto parlando direttamente ai rappresentanti politici presenti nell’auditorium. “A parte Fratelli d’Italia – ha detto – nessuno si è opposto ad alcuni provvedimenti che ci mettono in grande difficoltà, come la riforma delle pensioni: forze dell’ordine e magistrati costretti ad andare in pensione nel momento in cui hanno maturato un pacchetto di conoscenze che poi rischia di andare perso”.
 Gratteri si è confrontato col direttore della Direzione Investigativa Antimafia e col questore di Reggio, coordinati da Antonio Nicaso, che anche quest’anno sarà il direttore scientifico di Noicontrolemafie di cui la mattinata al Malaguzzi è stata un’anteprima.
Reggio Emilia è stata al centro anche dell’ultima relazione semestrale della Dia e l’inverno alle porte, fatto di rincari e inflazione galoppante, rischia di essere l’ennesimo terreno fertile per la ‘ndrangheta. Anche perché – lo ha sottolineato il questore – la riorganizzazione nel dopo processo Aemilia è già iniziata.
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