QUATTRO CASTELLA (Reggio Emilia) – “Il 90% degli edifici è distrutto, la casa di famiglia era uno dei pochi palazzi più alti rimasti in piedi, fino a 10 giorni fa quando è stata bombardata”. Più di una volta, in questi due anni, vi abbiamo fatto sentire la voce di Nezar Elkhaldi, medico palestinese da trent’anni residente a Quattro Castella.
Una voce passata dal denunciare ciò che stava iniziando, al chiedere aiuto per la propria famiglia rimasta a Gaza, a dire, adesso, che non sa se questo sia davvero un accordo di pace. Già il termine ‘pace’ è scorretto, visto che non si è trattato di una guerra. Non ci sono mai stati due eserciti in campo. E il futuro è comunque un punto interrogativo: “Intanto si dà diritto solo a Israele, noi non abbiamo nessuna garanzia, dobbiamo consegnare tutto, armi e tutto, ma loro cosa ci danno? niente, neanche il terreno”.
Su Gofundme, Nezar ha attivato una racolta fondi cui tutti possono contribuire per provare a ricostruire una casa e un futuro. I parenti più stretti li ha fatti arrivare nel reggiano, ma là sono rimasti zii anziani e cugini: “Per loro l’importante è sopravvivere, perchè a Gaza si muore e non solo per i bombardamenti, perchè mancano il cibo, i farmaci, per le malattie”. Pensare una vita altrove per adesso per loro è impossibile: “Di Paesi ospitanti non ce ne sono, ci sono tante chiacchiere ma pochi fatti; lasciare tutto per andare nel deserto, nell’ignoto totale, è difficile per persone di una certa età”, conclude Nezar Elkhaldi.
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