REGGIO EMILIA – E’ scivolata via dalle pagine dei giornali dopo solo 24 ore la notizia dell’acquisizione della britannica Princes da parte di Newlat. Ma l’operazione merita senz’altro un approfondimento, perché non è soltanto la più importante acquisizione nella storia di Newlat: è anche la più grande acquisizione mai condotta da un’azienda con sede a Reggio. Princes ha ricavi per 2 miliardi di euro, più del doppio di Newlat, vanta un ricchissimo portafoglio prodotti e a Foggia ha il più grande stabilimento europeo per la trasformazione del pomodoro.
Per comprare il 100% di Princes, Newlat sborserà 820 milioni di euro: nessuna azienda reggiana ha mai speso tanto per una singola acquisizione.
Da dove arriveranno i soldi? 235 milioni dalla liquidità disponibile, altrettanti da un finanziamento della capogruppo Newlat Group e altri 350 milioni da un pool di banche guidato da Unicredit e Bnp Paribas. Il colosso britannico fattura 2 miliardi di euro, ma l’ultimo bilancio espone un utile netto di 15 milioni.
Vale la pena spendere 820 milioni, contraendone 585 di debiti, per acquistare un gruppo che guadagna 15 milioni all’anno? I vertici di Newlat, a partire dal presidente Angelo Mastrolia, azionista di controllo, sono convinti di sì, perché puntano a realizzare forti sinergie e confidano sul fatto che l’acquisizione di Princes consentirà di entrare in nuovi segmenti di mercato.
A fine marzo Newlat aveva 366 milioni di liquidità, 114 di riserve e 400 di passività finanziarie. Il passo è lungo, ma il mercato crede nell’operazione e dal 27 maggio ha premiato il titolo Newlat con un balzo del 30%.
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