REGGIO EMILIA – Si è concluso con tre patteggiamenti il processo in primo grado per la morte (nel novembre 2018) di un bimbo di soli 3 mesi, sottoposto a circoncisione in casa.
***
Era nato ad agosto del 2018, a novembre i genitori chiamarono una persona, nella loro casa in centro a Reggio, per farlo circoncidere, seguendo le usanze del loro Paese d’origine, il Ghana. Ma il bimbo morì poco dopo per emorragia. Portato al Santa Maria Nuova in condizioni disperate il piccolino non riuscì a sopravvivere. Aveva appena tre mesi.
Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e che ora si è conclusa, sul piano giudiziario, con un patteggiamento da parte dei tre imputati. L’uomo che ha eseguito la circoncisione, un operaio di 40 anni di Modena, ha patteggiato un anno e undici mesi: era accusato di omicidio colposo aggravato dall’esercizio abusivo della professione. Non è un medico infatti. La mamma del piccolino, una 41 enne che ha altri due figli, ha patteggiato un anno e sei mesi per concorso in omicidio colposo. Per il padre 47enne il giudice Andrea Rat ha deciso una pena di un anno per omissione di soccorso. Troppo tempo è trascorso prima che il neonato fosse portato in ospedale. Per tutti e tre comunque la pena è sospesa: significa che non andranno in carcere, a meno che non commettano altri reati nei prossimi 5 anni. La procura sta ancora indagando per capire se a quell’uomo, considerato alla stregua di un medico dalla comunità ghanese, siano collegati altri casi simili.
“I miei assistiti provano rabbia nei suoi confronti – ci spiega l’avvocato Giuseppe Caldarola, legale dei genitori del piccolo – si sono rivolti a lui perché dalla comunità era riconosciuto capace. Per loro comunque – continua il legale – il giudice ha riconosciuto le attenuanti del basso livello culturale, riducendo così la pena. Dopo la morte del piccolo hanno cominciato inoltre una campagna di sensibilizzazione nei confronti della loro comunità”.
Reggio Emilia Tribunale sentenza bimbo morto neonato morto patteggiamento circoncisione