REGGIO EMILIA – “Non bisogna mai dare per scontata la democrazia. E a me pare che i diritti siano sempre meno eguali per tutti”. Parole raccontate al quotidiano La Repubblica che assumono un significato ancora più profondo se si pensa che a pronunciarle è Teresa Vergalli, una delle figure più importanti della resistenza reggiana, presentando il suo nuovo libro. “Una vita partigiana” il titolo, il sottotitolo “perché la battaglia dei nostri diritti continua ancora oggi”.
La battaglia, Teresa, l’ha vissuta sulla sua pelle. Originaria di Bibbiano, nacque in una famiglia contadina; il padre perseguitato dal regime per il suo impegno antifascista. Aveva 16 anni quando, nel 1943, non potendo più continuare a studiare alle magistrali a causa della guerra, entrò nella Resistenza come staffetta partigiana. Il suo nome era Annuska e aveva il compito di portare messaggi o documenti nella zona della Val d’Enza e accompagnare i responsabili militari. Nascosta nel reggipetto, racconta, aveva una rivoltella. Con il tempo, Teresa ha ricevuto l’incarico di coordinare il movimento delle donne, che avevano un ruolo fondamentale nell’aiutare i partigiani.
Dopo la guerra, Teresa ha terminato gli studi e poi si è dedicata all’insegnamento. Oggi ha 95 anni e vive a Roma con la sua famiglia. Non ha mai smesso di partecipare a incontri e iniziative anche con i più giovani, per tramandare la memoria e i valori della resistenza.
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