REGGIO EMILIA – “Se parliamo di strutture per anziani non autosufficienti la pandemia ha fatto emergere in modo forte una carenza strutturale che era già presente”. A parlare è Fabio Bertoia, segretario generale di Cisl Funzione Pubblica.
Nelle case di riposo per anziani mancano infermieri, la carenza di queste figure in molte realtà locali tra cui le Aziende di Servizio alla Persona, le Asp, può toccare il 20%. “Nella Asp di Reggio Città delle persone la più grande in Emilia Romagna, il fabbisogno è di 50 infermieri e ce ne sono 40, ma allo stesso modo accade nelle altre della provincia (Opus Civium, progetto persona, Magiera Ansaloni, Sartori, Don Cavalletti)”.
A questa carenza ora si aggiungono gli infermieri sospesi perché non vaccinati, anche se i numeri non sono elevati. “La carenza di organico fa si che coprire i turni sia difficile se poi aggiungiamo malattie e ferie i turni diventano massacranti, doppi turni e mancanza di riposi. Questo porta a stanchezza e possibilità di fare errori, c’è il tema della responsabilità personale”.
Secondo la Cisl inoltre anche dal punto di vista economico un posto in una struttura per anziani è meno attrattivo di altre realtà. Oltre a nuovi concorsi quindi occorrono investimenti in questo senso: “I professionisti devono essere fidelizzati, anche economicamente, con percorsi di formazione e progettuali”.
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