REGGIO EMILIA – “Nell’istruttoria non sono emersi elementi probatori sulla prossima pianificazione o celebrazione delle nozze in Pakistan nei termini riportati anche dalla stessa Saman Abbas”: è uno dei passaggi più significativi e a tratti imprevisto, nelle oltre 600 pagine delle motivazioni sul processo per la morte della 18enne di Novellara.
Proseguono i giudici togati Cristina Beretti e Laura Caputo: “Non si sono avute conferme del riferito acquisto dei biglietti per il Pakistan neppure dall’esito della testimonianza del titolare del Punjabi Market di Novellara dove solitamente la famiglia acquistava i titoli di viaggio e del matrimonio col cugino non vi è traccia neppure nelle dichiarazioni rese da altri famigliari tra questi il fratello Ali Haider“.
La ragazza venne uccisa, probabilmente dalla madre si evince dalla sentenza, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, per il pericolo di una nuova fuga da casa. La Corte a dicembre ha condannato all’ergastolo il padre e la madre, a 14 anni lo zio che ora si trova nel carcere di Parma. Assolti i due cugini.
Solo la prima delle certezze della Procura, smontate da pagine che rileggono la tragica vicenda in chiave diversa anche se nulla tolgono all’atrocità di una morte che ha sconvolto l’Italia intera. I giudici smentiscono poi la premeditazione, fu un delitto d’impeto. Lo dicono – spiegano – le telefonate di quella sera e alcune chat dalle quali i famigliari scoprono che è ancora in corso la relazione della figlia con Saqib e questo fa precipitare tutto in poche ore sino all’esito finale “in modo del tutto estemporaneo”.
Il fratello della giovane viene giudicato inattendibile dalla Corte che getta un’ombra pesante anche sul fidanzato di Saman conosciuto su Tik Tok, residente a Frosinone. La 18enne era molto coinvolta e sperava di avere con lui un futuro. Saqib che nel frattempo aveva iniziato un’altra relazione, che accusa a più riprese i servizi sociali e la comunità di Bologna che invece stavano cercando di aiutare la ragazza, che nonostante i pericoli spinge in ogni modo Saman a tornare a Novellara dove arriva il 20 aprile. La ragazza lo avverte: “Se non mi senti per un paio di giorni avvisa le forze dell’ordine”. I giudici ricordano che il ragazzo si rivolge ai carabinieri “solo il successivo 5 maggio 2021”.
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