REGGIO EMILIA – L’esplosione dei prezzi di gas ed energia elettrica pone problemi non di poco conto non solo a famiglie e imprese, ma anche a Iren e alle altre aziende del settore.
Le conseguenze per i clienti sono sotto gli occhi di tutti. Gli importi delle bollette di questi mesi parlano da soli. Ma anche le aziende energetiche sono di fronte a una sfida. Prendiamo proprio il caso di Iren. La centrale di cogenerazione che produce energia termica per il teleriscaldamento ed energia elettrica è alimentata a gas. Dispone di una turbina che, per funzionare, usa come carburante il metano. Sono alimentati a gas naturale anche gli impianti termici, come quello di Pappagnocca e quello di via Sardegna, nella zona della stazione ferroviaria storica. In altre parole, per produrre energia elettrica e calore Iren usa il gas, con un consumo annuo superiore a 1.700 milioni di metri cubi. Elevati anche i consumi di energia elettrica non coperti dall’autoproduzione, pari a 337 GWh.
A conti fatti, l’anno scorso anche la bolletta energetica di Iren è stata più salata di 1 miliardo di euro. I costi sostenuti dall’azienda per l’acquisto delle materie prime sono raddoppiati, passando da 1 miliardo di euro a 2. Sintetizzando, si può dire che Iren ha guadagnato più che in passato sulla vendita di gas, soprattutto grazie agli stoccaggi, mentre ha visto ridursi i margini di profitto su energia elettrica e teleriscaldamento.
Ma c’è anche un altro elemento. Il rapporto con i clienti è un bene prezioso, che con queste bollette rischia di andare a farsi benedire. Non è un aspetto secondario per aziende controllate da soggetti pubblici, aziende che spesso rivendicano a torto o a ragione il loro legame con il territorio.
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