REGGIO EMILIA – Lo scorso anno gli immigrati residenti nella nostra provincia hanno inviato in patria oltre 91 milioni di euro. L’emergenza sanitaria e le incertezze che ha generato sull’occupazione non hanno dunque impedito ai cittadini stranieri, regolarmente residenti in Italia, di sostenere le loro famiglie nei Paesi d’origine. Anzi, le rimesse nel 2020 sono aumentate.
Lo studio della fondazione Leone Moressa, istituto di ricerca creato e sostenuto dalla Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre, su dati Banca d’Italia, ha fotografato la situazione nell’anno caratterizzato dalla pandemia e dalle limitazioni agli spostamenti.
Le rimesse a livello nazionale sono aumentate del 12,9% rispetto al 2019, seguendo l’incremento iniziato già nel 2018. 6,77 miliardi inviati in patria dagli immigrati, di cui 706 milioni dall’Emilia Romagna, terza regione dopo Lombardia e Lazio. A livello locale l’incremento è stato maggiore rispetto alla media nazionale. In regione le rimesse sono aumentate più del doppio: del 24,6% rispetto all’anno precedente e del 55,6% rispetto al 2013.
In provincia di Reggio Emilia, l’incremento è stato ancora più marcato: + 38,2% rispetto al 2019, +46,4% in rapporto al 2013. Il Bangladesh si conferma il primo Paese di destinazione delle rimesse, con 707 milioni di euro complessivi (10,5% delle rimesse totali), anche se in calo nell’ultimo anno. Il secondo Paese è la Romania, in calo dell’1,2% nell’ultimo anno. In aumento invece il denaro inviato nei Paesi dell’Est Europa e del Nord Africa: Nigeria, Moldavia, Ucraina e Marocco.
Lo studio ipotizza che sia la conseguenza delle limitazioni alla mobilità internazionale: non potendo viaggiare fisicamente, si sono mantenuti i legami familiari prevalentemente attraverso l’invio di denaro. Mediamente ciascun immigrato ha inviato in patria poco più di 1.300 euro in un anno, circa 112 euro al mese.
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