BOLOGNA – Si celebra oggi, in tutto il mondo, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A tal riguardo, la polizia di Stato ha reso noti i dati di una ricerca realizzata dalla direzione centrale della polizia criminale.
Dal 9 agosto 2019, giorno dell’entrata in vigore del cosiddetto “codice rosso” che ha introdotto nuovi reati e perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, il reato più commesso in Italia all’8 agosto scorso (1.741 volte) è la violazione del provvedimento di allontanamento dalla casa familiare o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Le regioni dove si sono registrate maggiori violazioni sono la Sicilia, il Lazio e il Piemonte.
Nel periodo gennaio-settembre 2020, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano numeri inferiori che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare nel periodo del lockdown. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019) mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).
Quanto ai provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1 gennaio-19 novembre 2020 i questori hanno emanato 1.055 ammonimenti per stalking, 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Se il trend è in diminuzione per gli omicidi di donne nel 2019 (111) rispetto al 2018 (141), in linea con la diminuzione generale degli omicidi, una controtendenza si registra nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un aumento del 7, 3% (88 donne uccise nel 2020 a fronte di 82 del 2019). Stesso trend in aumento se analizziamo le vittime in ambito familiare/affettivo che passano dal 68 a 77 (con un aumento del 13,2%), uccise in prevalenza da partner o ex partner (e solo per il 28% nel 2020 per mano di genitori o figli).
I moventi più frequenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali. Sia nei primi nove mesi del 2020 che nello stesso periodo del 2019, l’omicida ha fatto in prevalenza uso di un coltello o un utensile da lavoro (martello, cacciavite, ecc.). Come per i “reati spia”, anche per gli omicidi la fascia di età più colpita nel 2019 è quella tra i 31 e 44 anni, che è la stessa più frequente anche per gli autori. Mentre nei primi nove mesi del 2020 è quella delle over 65, che rappresentano il 30% del totale delle vittime.
La raccolta e il monitoraggio dei dati, indispensabili per tracciare le strategie di prevenzione e contrasto, richiede un ampio ricorso alla tecnologia. A breve le forze di polizia saranno infatti dotate di una app, Scudo, che è in fase di sperimentazione e che consentirà di possedere tutte le informazioni utili sugli interventi effettuati presso il medesimo indirizzo (presenza di minori o di soggetti con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol, disponibilità di armi, lesioni personali subite in passato dalla vittima) e di calibrare così nel modo migliore l’operatività.
Al riguardo esiste da quttro anni una campagna permanente di prevenzione, “questo non è amore”, svolta a bordo di un camper della polizia di Stato e finalizzata a fornire informazioni alle donne in situazione di rischio. Quest’anno la pandemia non ha reso possibile la stessa diffusione ed è per questo che al riguardo è stato realizzato un video (che alleghiamo qui sotto) al quale ha preso parte anche il capo della polizia Franco Gabrielli.
In ultimo, dallo scorso lockdown la app YouPol è stata estesa alle segnalazioni di violenza domestica. Ideata per contrastare bullismo e spaccio di stupefacenti nelle scuole, l’applicativo si caratterizza per la possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi e immagini agli agenti. Le segnalazioni sono georeferenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il 113. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla sala operativa della questura competente per territorio. Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.
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