REGGIO EMILIA – Quasi 350mila in Italia, più di 46mila in Emilia Romagna, 5.747 nella nostra provincia: sono gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel 2021. Non in dodici mesi, naturalmente, ma soltanto da gennaio ad agosto.
La celebrazione della giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, in Sala del Tricolore, è stata l’occasione per riflettere su un fenomeno che sembra inestirpabile. Nella nostra provincia, nei primi 8 mesi dell’anno, gli infortuni sono aumentati del 6%, le malattie professionali denunciate addirittura del 66%. Nove i morti, uno in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
L’assessore al Welfare, Daniele Marchi, ha ricordato che dietro questi numeri ci sono delle persone: “Nomi, storie, sofferenze – ha detto – che chiedono di essere ascoltate per impedire che si ripetano nella vita di altri. Che chiedono che la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro sia una priorità per tutti. La politica destini investimenti a prevenzione e assistenza, le risorse ci sono”. L’Anmil, l’associazione dei lavoratori mutilati e degli invalidi del lavoro, sottolinea un aspetto importante ma poco noto: l’Inail registra forti avanzi di gestione, ma in caso di infortunio mortale la rendita ai superstiti va perduta se gli interessati non ne fanno domanda entro 90 giorni e, comunque, genitori e fratelli non hanno diritto a risarcimenti se il deceduto non ha famigliari a carico.
E ancora: molte categorie professionali – dagli esponenti delle forze armate ai vigili del fuoco, dai medici di base ai giornalisti – sono prive di copertura assicurativa. Durante la cerimonia, l’Anmil reggiana ha consegnato i brevetti e i distintivi d’onore a 14 invalidi. Al termine, i partecipanti sono usciti dal Municipio, hanno sfilato per le vie del centro storico e hanno deposto una corona di alloro in ricordo delle vittime del lavoro al monumento alla Resistenza in piazza Martiri del 7 Luglio.
Reggio Emilia Inail Daniele Marchi morti sul lavoro sicurezza sul lavoro









