REGGIO EMILIA – Le strutture di vendita medio-piccole e gli esercizi di vicinato rappresentano l’80% della superficie di vendita e dell’offerta commerciale del comune capoluogo.
E’ uno dei tanti elementi di interesse che emergono dal lavoro di mappatura e analisi condotto in vista dell’elaborazione del nuovo Piano Urbanistico Generale. Nel trentennale dell’inaugurazione del primo centro commerciale in città, il Meridiana, le strutture medio-piccole e i negozi di quartiere conservano dunque un ruolo importante.
Secondo i dati del Comune, gli esercizi di vicinato rappresentano tuttora il 44% dell’offerta commerciale, con una forte capillarità soprattutto nell’ambito urbano e nel settore non alimentare. E’ pari invece al 36% l’offerta commerciale garantita dalle medie strutture di vendita: si tratta di 167 negozi, di cui 37 alimentari e 130 non alimentari. In quest’ultima categoria, spiccano per presenza l’abbigliamento (25% del totale), gli autoveicoli (19%), l’arredamento (13%) e i cosmetici (7%).
Le grandi strutture si dividono il restante 20% dell’offerta commerciale. I documenti del Pug ne individuano 10: i centri commerciali Meridiana, Ariosto, Petali, Quinzio e Le Querce, l’Ipercoop Baragalla, l’Eurospin di San Maurizio, Le Vele, il Decathlon e il futuro Conad di via Luxemburg. Il raffronto con le altre province della regione indica che Reggio Emilia è ultima in regione per presenza di ipermercati, cioè strutture con oltre 2.500 metri quadrati di superficie, mentre è fra le prime per supermercati. Su questa rete si è abbattuta a partire dal marzo scorso l’emergenza Covid, che ha penalizzato pesantemente i negozi del settore non alimentare e che ha messo le ali al commercio online.
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