REGGIO EMILIA – Giornata di interrogatori di garanzia, ieri, per gli arrestati nell’ambito dell’operazione Sisma. Raffaele Todaro e il figlio Giuseppe, di Reggiolo, difesi dall’avvocato Vito Alessandro Pellegrino, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: il primo – imprenditore edile – in tribunale a Reggio davanti al Gip Rat su delega del giudice di Brescia, il secondo – architetto – in videocollegamento con il tribunale di Brescia dal carcere di Reggio. Il bancario Enrico Ferretti, ai domiciliari a Guastalla, è invece comparso davanti al giudice a Brescia insieme all’avvocato Vittorio Tria del foro di Brescia. Il legale ha annunciato il ricorso al Riesame ribadendo l’estraneità del suo assistito alle accuse contestate. Per gli inquirenti dell’Antimafia, Raffaele Todaro aveva messo in piedi un meccanismo per lucrare sull’assegnazione dei fondi per la ricostruzione post sisma del 2012 ai privati per favorire il clan ‘ndranghetistico Dragone. Ferretti è accusato di aver aiutato i Todaro per trasferire fondi su conti intestati a prestanome.
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